Buone Feste a tutti, e finiamo l'anno con una vittoria. Discutiamone sul Blog https://blogs.blogmilan.com/
Certo…come no!
Per lui ha fatto bene Jovic 😂…magari anche Romero e Pellegrino, come naturalmente Krunic.
“I cambi si fanno per migliorare la squadra”…dice…peccato che quelli che sceglie di far lui la peggiorano.
Il talebano è la più grande palla al piede (quella dei forzati) per il Milan, l’impedimento più consistente, l’ostacolo più alto.
La mia passione non viene diminuita dagli insuccessi, semplicemente questo integralista arrogante è diventato insopportabile.
Buongiorno.
La parola adeguata che esprime lo stato d’animo rossonero da ieri è “spreco”.
Tra Juve e Napoli i punti sprecati sono almeno 3, cosa più grave… contro dirette avversarie.
Adesso per rifarci in campionato servirebbe una serie di almeno 5 vittorie consecutive.
Si comincia con l’Udinese specializzata in pareggi e che ancora non ne ha vinta una.
Fondamentale recuperare giocatori.
Ieri sera molto strana la prestazione di Maignan: smanacciate non da lui, uscite incerte, posizionamento discutibile sulla punizione decisiva.
Una serata “no” che può starci, ma che segue altre partite da inizio stagione al di sotto del suo abituale livello.
Certo, anche un paio di grandi parate ieri sera, ma lui ci ha abituato a non concedere niente gratuitamente oltre a salvare la porta come pochi al mondo.
Altra grande partita di Tomori e mi è piaciuto anche Calabria.
Abbiamo una notizia: Reij in ripiegamento e contrasto sull’avversario è scarso, almeno così ha mostrato sin qui.
Premesso che a me Pioli non piace per come sta gestendo questa stagione, non credo però sia utile pensare oggi ad una sua sostituzione.
Primo perché non c’è nessun allenatore di livello disponibile a prendere una squadra in corsa, poi chi lo fosse (Donadoni??) chiederebbe almeno un biennale bloccandosi in panchina almeno fino 2025.Infine prima di prendere in mano la situazione ci vorrebbero almeno 2-3 mesi con il forte rischio di compromettere una stagione, che almeno con riferimento al solo campionato italiano oggi è ancora ..discreta.
Quello che servirebbe oggi è qualcuno in società che faccia capire, con i dovuti modi, a Pioli quali sono i suoi errori e dove deve migliorare. Fino allo scorso anno questo compito era assolto da Maldini e Ibra.
Ora in società c’è il vuoto cosmico, sopra Pioli non c’è nessuno che capisca di calcio e che possa confrontarsi serenamente con lui.
Pioli sulle scelte tecniche è terribilmente solo, non ha nessuno con cui confrontarsi e che gli chieda spiegazioni. (addirittura lo fanno i giocatori vedi Leao, Giroud e Calabria…) Questo è un problema molto grave.
Pelle57
Anche Maignan sbaglia. Embè? Capita a tutti la giornata storta. Se poi hai perso sicurezza e fiducia in chi ti gioca davanti, diventa sempre più complicato.
Infatti non sarà mai Maignan il problema del Milan, come non può esserlo Leao (anche se lo vorremmo più continuo).
Nessun giocatore è sempre decisivo in positivo, nessuno può essere sempre al massimo.
Il problema semmai sono quelli che non determinano mai le giocate vincenti, sia in attacco che in difesa.
Il Milan sarà altamente competitivo quando avrà meno giocatori indisponibili (per di più nello stesso ruolo), quando tornerà Bennacer, quando arriverà un altro centravanti di spessore ed un difensore forte che sappia giocare sia al centro che in fascia.
Il Milan sarà più competitivo con un tecnico saggio nelle valutazioni ed eterogeneo nelle tattiche di gioco.
In campionato possiamo sicuramente recuperare (anche se è sempre meglio stare davanti piuttosto che dietro), a patto di sbagliar meno in futuro, di non farci del male con le nostre stesse mani.
Essere convinti che Jovic e Krunic stiano facendo bene… è autolesionismo.
Proprio quello il problema…non il livello in cui si è, ma il rendere molto meno di quanto si potrebbe, quello fa girar le scatole.
Sul cambio di allenatore ricordo (come esempio…ma non unico caso) il Monza dell’anno scorso.
Con Stroppa era condannato alla B, 5 partite 5 sconfitte, arriva Palladino e cambia tutto..da subito.
Capisco che al Milan è diverso perché è maggiore la pressione, ma non sto parlando di Palladino per noi, semplicemente di un tecnico che, anche senza una particolare caratterizzazione nel gioco, valorizzi quello che abbiamo.
La Società non deve guardare solo allo staff medico, i medici non dettano i ritmi e le strategie di gioco, non seguono la preparazione atletica, almeno non credo, da rivedere preparatori atletici e fisioterapisti.
Prima che accorciare i tempi di recupero bisogna prevenire gli infortuni.
Certo…anche studiare la struttura muscolare dei singoli.
Comunque gli infortuni di ieri sono gravi per Kalulu (tendine del retto femorale con possibilità di operazione chirurgica) e Pellegrino (rottura del calcagno)
Abbiamo ora solo 3 centrali di ruolo Tomori Thiaw e Kjaer sani… mi sa che qualcuno si dovrà adattare.
Nelle difficoltà si deve tirare fuori il meglio di se stessi.
Pelle57
Infatti, forse si potrebbe provare Simic dalla Primavera (nelle partite meno impegnative).
Sicuramente a gennaio dovrà arrivare almeno un difensore (forse due).
Intanto è un grosso problema, un infortunio o squalifica in quel ruolo potrà metterci in grossa difficoltà.
Anche Caldara ne avrà per mesi, situazione surreale.
Chissà se esiste qualcuno nel mercato degli svincolati.
Il problema è che non credo possano giocare da centrali né Calabria né Florenzi, anche per una questione di statura.
Buongiorno.
l’Udinese fin qui è stata davvero poca cosa, non è riuscita a vincere nemmeno una partita in campionato e prima di venire a S.Siro ha il turno di Coppa Italia contro il Cagliari.
Quindi vediamo di tornare a conquistare i 3 punti e di non resuscitare i morti.
Visto che non riusciamo a vincere gli scontri diretti (con le altre 3 aspiranti allo scudetto), cerchiamo almeno di fare bottino pieno con chi sta nella parte destra della classifica.
Mi sto chiedendo (da domenica sera) se Moncada ha visionato Pellegrino prima di acquistarlo.
Dico questo perché, pur non essendo io un tecnico, dopo 5′ che era in campo ho capito che è più scarso di Duarte e Ballo Toure’ (due a caso 😂).
Almeno vediamo di valorizzare Simic da qui a gennaio, il ragazzo è sicuramente inesperto ma mi sembra tosto, non penso possa essere peggio di Pellegrino.
Kalulu ha quasi concluso la sua stagione, lui e Benna potranno tornare utili solo per la fase finale del campionato.
Se ne rompe uno al giorno. È così da tre anni almeno. Ma per alcuni succede così dappertutto. Ovviamente nessuna responsabilità dello staff pioliano.
Suggerirei di dare tutta la colpa a Maldini. 😉😄
Di parla tanto di David, centravanti giovane per il quale il Lille chiede circa 50 milioni.
Scelta da valutare bene, perché dopo lui, con quel tipo d’investimento, possiamo solo aspettare Camarda.
Non ha iniziato bene la stagione in Francia, 2 reti in 10 partite (troppo poche).
Altezza 1,80, non proprio un colosso.
Intanto Giroud è già a 6 reti in campionato, una media che, se mantenuta, lo porterebbe oltre le 20 reti a maggio.
Se non sbaglio l’ultimo a superare le 20 reti in un campionato è stato Ibra nel 2012.
Il dubbio che ci sia qualcuno che vada a vedere direttamente i giocatori e ci parli prima di acquistarli è venuto anche a me.
Oltre al mio omonimo, che dopo 2 minuti si era già capito che con la serie A non ci azzecca nulla, pensiamo anche a Jovic.
Si è presentato fuori forma, 10 kg in più del suo standard, (l’hanno messo a dieta!!!) è palesemente svogliato, in campo cammina…. Forse ha i numeri per giocare in serie C…
Ma qualcuno prima ci aveva parlato?? Messo su una bilancia? Cronometrato uno scatto di 25 mt?
Boh, mi sembra impossibile che due così siano in prima squadra al Milan…
Pelle57
calciomercato.com
Milan, tre indizi e una prova: che Maldini sapesse della deriva tra Pioli e alcuni dei suoi?
Terzo posto a soli tre punti dalla capolista in campionato, due punti in tre partite e la possibilità di giocarsi ancora la qualificazione in Champions League non sono un ruolino di marcia disastroso, tutt’altro. Dopo due mesi di stagione il Milan è ancora in corsa per tutti gli obiettivi e ha grandi margini di miglioramento, considerando soprattutto i tanti infortunati che devono rientrare e i numerosi nuovi innesti acquistati in estate che devono ancora portare il loro contributo alla causa. Questa è la fotografia oggettiva del primo scorcio di stagione e, analizzando la situazione oggettivamente, in teoria ci sarebbero tutti i motivi per essere ottimisti. E allora qual è il problema che turba i tifosi rossoneri? Perché tutti ce l’hanno con Pioli? Perché inizia a farsi largo la sensazione che questa stagione non sarà foriera di grandi soddisfazioni? La risposta è molto semplice e, come spesso accade nel calcio, viene dal campo o meglio dallo spogliatoio. Ci sono 3 indizi che fanno una prova. Una prova gigante e preoccupante.
1. Il Milan perde a Parigi, cosa che si poteva prevedere già il giorno del sorteggio di Montecarlo. Ma perde lasciando a Mpabbè, Dembelè e Kolo Muani sempre 40 metri di campo per scatenare le loro mortifere ripartenze. Dopo la partita Calabria, capitano sempre politicamente corretto esplode dicendo: “Non si può giocare così”. Pioli gli risponde dicendo che il suo commento non è stato “lucido”.
2. A Napoli Giroud fa due gol, i padroni di casa rimontano, ma il Milan riesce di nuovo a prendere in mano la partita e a buttare palloni in area avversaria. Pioli toglie il francese che prima si lascia andare a una scenata isterica in campo e poi ostentatamente si rifiuta di andare in panchina per assistere alla fine del match. Davanti ai microfoni il francese dichiara: “Dopo il primo gol del Napoli, non sapevamo se attaccare o difendere”. Altro attacco durissimo a Pioli che lo stesso Giroud, nelle interviste successive, prova a mitigare con dichiarazioni meno corrosive Insieme a Giroud.
3. Pioli toglie anche Leao smantellando l’intero attacco dello “scudetto” e inserendo due comparse come Okafor e Jovic, per giunta acciaccati. Anche il portoghese lascia il campo contrariato e, giunto in panchina, mostra al tecnico tutto il proprio risentimento per il cambio.
I soliti “templari” dell’informazione rossonera ci possono anche dire che si è trattato di 3 sfoghi normali, ma purtroppo dobbiamo renderci conto che non è così. Le bordate a Pioli sono arrivate dopo una sconfitta plausibile come quella di Parigi e durante un pareggio sulla carta accettabile come quello di Napoli. E sono arrivate non da tre giocatori qualsiasi, ma da tre “senatori” dello spogliatoio: il capitano, il giocatore di maggior esperienza e quello di maggior classe. Il fatto che Pioli, nel finale di una partita che il Milan stava provando a “rivincere” dopo essersela complicata, tolga dal campo i due attaccanti titolarissimi è quantomeno anomalo. Oltretutto Giroud aveva dimostrato con una doppietta di essere in serata, mentre Leao, con tutti i suoi limiti, riusciva comunque a seminare il panico sulla sinistra. Per questo motivo non si può pensare a una scelta tecnica, ma ha tutta l’aria di essere un simbolico esercizio di potere. Con quel cambio Pioli ha mandato un messaggio chiaro alla squadra: “ Qui comando io e anche se siete Giroud e Leao vi tolgo”.
Ci sta. Il problema è la reazione sbandierata ai 4 venti. I due sostituiti hanno voluto mostrare al mondo il loro malcontento, cosiccome Calabria a Parigi ha voluto rimarcare pubblicamente le perplessità che la squadra ha di fronte ad alcune scelte tattiche dell’allenatore. Questo è il problema: tutte le tensioni dello spogliatoio rossonero sono venute fuori alla luce del sole. E non dopo 5 sconfitte di fila, ma con dei risultati tutto sommato accettabili. A questo punto non si può non pensare che lo scarso appeal dell’allenatore nei confronti di una parte “pesante” dello spogliatoio non fosse già emerso nella passata stagione. Non si può non pensare che quando Maldini stava pensando di cambiare l’allenatore non avesse già notato i prodromi di questa pericolosa deriva. Non si può non pensare che, come già ribadito più volte, la rivoluzione tattica dello scorso gennaio non fosse tutta farina del sacco di Pioli ma che ci fosse stata la longa manus di Maldini, sospinto da una parte dello spogliatoio.
In quel contesto la proprietà ha fatto una scelta di campo chiara conferendo pieni poteri al tecnico ed esonerando i dirigenti. Ma già all’epoca, gran parte dei “senatori” avevano palesato chiaramente la loro posizione. Ricordate gli emoticons e i post dei vari Leao, Theo, Maignan e Tonali all’indomani dell’esonero della coppia Maldini-Massara? Adesso la situazione è delicatissima e di non facile risoluzione. Pioli plenipotenziario ha dimostrato che non riesce a gestire non solo gli equilibri tattici, ma nemmeno quelli dello spogliatoio. Dall’altra parte Pioli è la rappresentazione piena della linea societaria che ha scelto di giubilare la vecchia dirigenza a costo di rischiare di mettersi contro una parte influente dello spogliatoio.
Collocare un tutor come Ibra accanto a Pioli significherebbe delegittimarlo del tutto ed esautorarlo agli occhi della squadra e non solo. La soluzione sarebbe quella di avere un manager in grado di mediare tra lo spogliatoio e il tecnico in modo da trovare una sintesi e lavorare tutti insieme nell’interesse del Milan. Ma chi ha lo status per farlo? A chi darebbe retta la squadra? Chi andrebbe da Pioli a spiegare che forse è meglio non lasciare i difensori all’uno contro uno con Mbappè? Chi può ricoprire questo ruolo? Forse Scaroni che guarda le partite dal nuovo stadio mai costruito oppure Moncada il cui algoritmo gli ha suggerito di comprare 11 giocatori senza nemmeno un centravanti oppure Furlani che, come uomo di calcio, finora, ha saputo solo andare a Genova a picchiare sul vetro della “gabbia” per ingraziarsi i tifosi? Secondo voi se dovesse andar via uno di questi tre, o anche Pioli, Theo, Maignan e Leao farebbero i post su instagram con la lacrimuccia?
Buongiorno.
No, secondo me se andasse via pioli, anzi se fosse esonerato, i “senatori” non piangerebbero affatto, mi riferisco a Maignan, Tomori, Calabria, Theo, Leao e Giroud…ma anche i “non senatori” come Kalulu, Thiaw, Florenzi, Adli e Pobega.
Insomma tutti quelli arrivati al Milan con Maldini e Massara.
Pioli comanda? Forse vorrebbe. Nessun tecnico può spuntarla a fronte di una decina di giocatori che non lo seguono.
La stagione è ancora lunga, ma non sono d’accordo con l’affermazione per la quale mostri segnali incoraggianti.
Siamo ancora in corsa per tutto?
Per la matematica sì, come potrebbe essere diversamente al primo di novembre?
Champions:
le speranze sono oggettivamente uno slancio da tifosi.
Quante possibilità di battere il Psg?
La ragione dice poche, rimanendo a 2 o 3 punti siamo praticamente fuori.
Campionato:
malgrado le 7 vittorie su 10 (che sono tante) non stiamo dominando e la concorrenza è agguerrita.
Ci sono molte probabilità di finire tra le prime 4 (su questo sono davvero tante), un 20% di riuscire a vincere lo scudetto.
Secondo me Ibra era più determinante in campo che fuori.
Anche nella stagione dello scudetto, che con uno Jovic od Origi al posto dello svedese non avremmo mai vinto.
Non sarà Ibra a fermare i deliri di onnipotenza del pioli, poteva esserlo Maldini, non lo saranno Furlani e Moncada, mentre la frase di Cardinale è stata: “grazie amico mio”.
Una frase che ha attribuito al pioli i meriti di 3 anni, grave errore di valutazione.
Quest’estate Pioli doveva andar via e dovevano invece restare Maldini e Massara.
Ripeto, la speranza non muore, ma che la stagione sia ben indirizzata…non credo.
Di solito chi vince lo scudetto non perde più di 4/5 partite, noi siamo già a 2, non siamo tra le migliori difese, non siamo certo il miglior attacco.
Se a gennaio investono pesantemente, cambia la prospettiva, ma non credo lo faranno.
Qualcuno dice: “gli infortuni colpiscono tutti i Club”.
Certo, ci mancherebbe.
Poi ci sono i numeri reali che non lasciano spazio a dubbi o speculazioni di comodo:
La Gazzetta dello Sport che analizza quanti infortuni hanno avuto finora Milan, Inter, Napoli e Juventus, vale a dire le quattro squadre favorite per la vittoria finale del campionato di Serie A. La formazione rossonera è quella che finora ha avuto più infortuni (19), seguita da Juventus (10), Napoli (8) e Inter (6). Il Diavolo domina anche la “classifica” in base al numero di partite di A saltate nel complesso: Milan 37, Juventus 26, Napoli 21, Inter 18
Di fronte a questi dati mi chiedo come si possa parlare del mercato come del fattore primario per gli esiti di una stagione.
È un andazzo che dura da anni, eppure dal 2021 i “sicuramente più forti” interisti hanno totalizzato la miseria di 3 punti più del Milan.
Poiché parliamo di un centinaio di partite (contro gli stessi avversari) mi sembra di poter smentire questa tesi (o leggenda).
Le infermerie piene tolgono qualità e costringono i “reduci” agli straordinari con ovvie conseguenze.
Così è una lotta impari.
Calciomercato, calciatori, tecnico, campionato, match europei, e tutto sul Milan.
Edicola
Gazzetta dello Sport:
al Maradona è pari show. Giroud illude. Il Milan non la chiude e il Napoli lo riprende. Kvara sul finale spreca il possibile 3-2. Nè Pioli nè Garcia sono caduti dalla torre. Entrambi sono rimasti aggrappati, ma con i piedi di fuori. Inizio coraggioso e aggressivo del Milan che si è portato in vantaggio di due gol. Gli infortuni di Kalulu e Pulisic hanno condizionato il secondo tempo. Pellegrino ha pasticciato sul primo gol, ROmero ha causato la punizione del 2-0. Forse avrebbe fatto comodo la sostanza di un Pobega. Leao ancora deludente. Giroud il migliore. Il Milan resta alla spalle della Juve e l’Inter è più lontana. Ma ha risposto dopo i tre schiaffoni di Parigi.
Tuttosport:
un’occasione sprecata dal Milan. Napoli non è più benigna e, dopo quattro vittorie consecutive al Maradona tra campionato e Champions, arriva un pareggio che lascia parecchio amaro in bocca ai rossoneri, reduci dai ko con Juventus in Serie A e Psg in Europa. E non soltanto perché vedono l’Inter allungare in testa alla classifica e la Juventus balzare solitaria al secondo posto. Pioli deve recriminare sull’incapacità con cui i suoi (e lui) non hanno saputo gestire il doppio vantaggio scaturito dai colpi di testa del redivivo Giroud. Uno che, quando vede la maglia azzurra, ritrova l’istinto del gol. Milan sul 2-0 a fine primo tempo, un risultato che avrebbe potuto essere più ampio se non avesse sprecato alcune ghiotte opportunità. Situazioni da rimpiangere ulteriormente, visto il cambio di passo avversario dopo l’intervallo. Troppo brutto il Napoli per essere credibile: slegato nei reparti, molle nei contrasti, distratto in appoggio. Con fischi meritati al momento di andare negli spogliatoi. Una situazione su cui Garcia ha lavorato con i cambi (tre a inizio ripresa) e nella testa. Totalmente differente l’atteggiamento nei secondi 45′, con il pareggio raggiunto nello spazio di un quarto d’ora.
Il Milan ha sbandato in quei momenti, dopo essere stato padrone del gioco. Centrocampo aggressivo, pronto a inaridire le fonti di gioco altrui, e presa di possesso delle fasce. Più la destra dell’amata sinistra, visto che i due cross per la capoccia di Giroud sono arrivati entrambi da destra: prima con Pulisic, quindi con Calabria. Rossoneri che davano l’impressione di disporre come volevano della controparte, come capitato la passata stagione con il clamoroso 4-0 al Maradona che aveva fatto da antipasto alla vittoria nei quarti di Champions. La colpa è stata, come detto, quella di non aver chiuso. Nello specifico un paio di conclusioni di Reijnders, soprattutto la seconda su invito di Theo, spedita alta di poco.
I fischi, seguito a un ignobile lancio di petardi tra le due curve alla destra della tribuna, e le decisioni di Garcia cambiavano il match nel secondo tempo. Olivera e Ostigard chiudevano spazi dietro, mentre Simeone andava a dare una mano al troppo isolato Raspadori. Il tutto con una aggressività che era parsa merce rara. Una varietà di alternative che, invece, non apparteneva al Milan. Così se nel primo tempo era toccato al – finora – oggetto misterioso Pellegrino sostituire in corsa l’infortunato Kalulu (Kjaer aveva avuto un problema nelle ore precedenti il match), Pioli doveva inserire Romero al posto di Pulisic, arresosi a una contrattura, perdendo in equilibrio e gestione del pallone. E proprio i due subentrati erano protagonisti nelle azioni decisive pro Napoli. Prima Pellegrino cercava un improbabile anticipo di testa su Politano, perdendo l’avversario sul tempo per una conclusione che non lasciava scampo a Maignan. Quindi Romero, molto fumoso, entrava in ritardo su Zielinski provocando una punizione dal limite che Raspadori insaccava sul palo protetto da Maignan.
Ma sarebbe ingeneroso gettare la croce solo su loro due, perché anche i più esperti del Milan hanno barcollato in quel quarto d’ora. Una situazione da cui i rossoneri sono usciti ritrovando ordine e sfiorando un nuovo vantaggio su conclusione di Leao. Bravo a riscattarsi Meret mandando in angolo, così come Maignan si riscattava a sua volta al 49′ su una delle rare volte in cui Calabria perdeva il confronto con Kvaratskhelia: il portiere respingeva con il corpo la connclusione in area del georgiano. La parola fine su un 2-2 decisamente giusto.
Il commento di Pioli: «Se avessimo perso anche questa partita, beh, avremmo dovuto parlare di un momento davvero sfortunato. L’errore è stato sul primo gol, quando abbiamo rimesso l’avversario in partita. Per quello che abbiamo creato, due gol sono pochi: uscire con un punto è un dispiacere. Quando vai in doppio vantaggio, devi cercare di portare a casa la partita. Sulla situazione del 1-2 abbiamo dato coraggio al Napoli, ma sia chiaro che noi non abbiamo smesso di giocare. Nel primo tempo abbiamo dominato, nel secondo un po’ meno ma non siamo stati passivi». Sul cambio Leao e Giroud, che l’hanno presa bene e lo hanno dimostrato in modo plateale: «Avevamo bisogno di energie. Ho messo dentro due giocatori freschi che hanno fatto anche bene. Se Leao chiede spiegazioni, come è giusto che sia, gliele darò».